venerdì 28 ottobre 2011

Dal glicogeno ai grassi, la resistenza


Torno a parlare di bicicletta, il motivo per cui era nato questo blog, ma spesso dimenticato, specie in questo periodo in cui sto più allenando il nuoto e la corsa che la bici, perché in ottica triathlon sono decisamente i punti carenti (come del resto dimostra il recente test effettuato).

Resistenza e potenza sono i due punti chiave dell'allenamento in bicicletta, tanto facili a dirsi quanto difficili a ottenersi, entrambi sono figli di un'alchimia delicata di allenamento e alimentazione, alchimia, perché non si ottiene niente allenandosi correttamente e basta, e non si ottiene niente mangiando correttamente e basta, occorre far bene entrambe le cose, cosa tutt'altro che semplice, soprattutto se poi oltre alla resistenza occorre allenare anche la potenza, perché gli allenamenti sono diversi e l'alimentazione è diversa, e quindi occorre saper bilanciare tutto come degli orafi.

Veniamo però alla resistenza, fattore assolutamente fondamentale in corse lunghe, spesso si ignora il fattore bio-chimico che sta dietro alla resistenza, e si pensa ad essa solo come un semplicissimo "allenarsi a essere più resistenti", cosa completamente sbagliata. Il nostro corpo per fare qualsiasi attività ha bisogno di energia (glucosio) e il glucosio lo può prendere da due riserve diverse, il glicogeno e i grassi, il primo è immediatamente disponibile, viene rilasciato in pochissimo tempo ed è il combustibile per eccellenza, il problema è che le riserve sono limitatissime (tra fegato e muscoli anche uno sportivo allenato immagazzina si e no 450 gr di glicogeno) sufficienti si e no a 90 minuti o poco più di attività sportiva intensa, superata la quale l'atleta deve necessariamente introdurre zuccheri o non potrà proseguire pena un calo drammatico delle prestazioni, il problema è che il nostro organismo ha seri problemi a continuare ad alimentarsi durante lo sport (al ritmo di almeno 200 gr di zucchero l'ora), pertanto occorre cercare nel corpo altre fonti di energia, che terminato il glicogeno permettano all'atleta di proseguire la prestazione in maniera comunque buona.

La fonte sono ovviamente i grassi, ma il problema è che la trasformazione dei grassi e il loro utilizzo è tutt'altro che semplice, e il nostro corpo deve essere da un lato allenato in maniera ottimale a saper trasformare i grassi in zuccheri durante l'attività sportiva, ma deve anche avere molti accorgimenti alimentari che gli permettano l'uso dei grassi.

Questi accorgimenti si dividono in due tipi, il primo è quello di fornire al nostro corpo grassi in grado di essere facilmente trasformati in zuccheri, non tutti i grassi sono uguali e ci sono grassi più semplici da scindere e grassi più complessi. Il fattore principale di differenziazione sta nella lunghezza della catena carboniosa, ovvero da quanti atomi di carbonio li compongono. Da 1 a 5 atomi sono detti a catena corta, da 6 a 12 a catena media oltre i 12 si parla di catena lunga. In sostanza più atomi di carbonio ci sono, più legami dovremo rompere per poter utilizzare quell'acido grasso. Quindi è chiaro capire che per fare sport è importante assimilare acidi grassi a catena corta o media, mai a catena lunga, inutile dire che la stragrande maggioranza dei grassi comunemente ingurgitati anche dagli sportivi sono a catena lunga, in alcuni casi anche lunghissima. Ad esempio il comune acido palmitico, contenuto nell'olio di palma (usatissimo nei prodotti industriali) ma anche in latte, burro, formaggi e carne ha 16 legami di carbonio, l'acido miristico (presente anch'esso nei derivati del latte) ha 14 legami di carbonio.
Al contrario ci sono acidi grassi di buona qualità che sono a catena medio-corta, come ad esempio il grasso di cocco, l'avocado, grassi che sono immediatamente disponibili e che possono costituire un'ottima energia per lo sportivo.

Il secondo accorgimento si chiama grassi saturi essenziali, ovvero gli omega-3 e omega-6, acidi grassi che ci aiutano proprio a scindere i legami carboniosi e trasformare i nostri grassi in energia, per questo assumere tutti i giorni omega-3 da fonti di qualità (semi di lino) è fondamentale perché è uno dei pochi modi per garantire di aiutare il nostro metabolismo all'uso dei grassi.

Resta l'allenamento, perché solo con l'alimentazione si fa ben poco, uscire tanto, fare tanta strada dapprima a ritmi cardiaci più bassi (60-65% della nostra soglia) dove è più semplice per il nostro corpo trasformare i grassi, e via via aumentare insegnando man mano al nostro corpo a trasformare i grassi in energia anche a ritmi più sostenuti fino a quando il nostro corpo non imparerà a trasformare i grassi anche all'85% della nostra soglia.
Ricordiamoci comunque che la prestazione ottenibile con il glicogeno non è comunque mai raggiungibile con i grassi, perché il glicogeno rimane sempre il combustibile principe, quello da usare nello sprint finale, o nella gara breve, mentre il grasso è quello che ci deve sostenere nei momenti comunque intensi ma lontani da quei picchi.

6 commenti:

  1. questo devo leggermelo bene, visto che la resistenza è l'aspetto che nella bici pago maggiormente (gli altri invece...)

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  2. Spero si capisca in realtà ho sintetizzato molte cose che andrebbero approfondite ma poi diventava un post chilometrico, se questo inverno come spero avrò il tempo per scrivere un libro di nutrizione vegan e sport che un editore mi ha chiesto lo approfondirò decisamente meglio perché l'alimentazione gioca un ruolo davvero chiave nella resistenza (e non solo in bici ;-) )

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  3. la biochimica è un argomento molto lungo e complesso, ma allo stesso modo affascinante.

    per quanto riguarda la triplice posso dirti che devi cercare un buon equilibrio nelle 3 discipline, sia in corsa che a nuoto (che da come dici sono i punti carenti) lavora molto sulla tecnica, eviterai infortuni e risparmierai energia.

    alessio (kaiale)

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  4. @Alessio: Sicuramente la tecnica é fondamentale, soprattutto per quanto riguarda il nuoto credo, ma anche a piedi correre bene é importante per migliorare l'efficienza e ridurre gli infortuni, hai perfettamente ragione, peró la tecnica é solo una delle tante componenti per andare bene. Vedremo :)

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  5. Ti ringrazio della fiducia Stefano, intanto magari comincio a scriverlo :)

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