giovedì 30 settembre 2010

Clenbuterolo


Da stamattina c'è una parola nuova che il ciclismo amatoriale conoscerà, si chiama clenbuterolo, un anabolizzante che danno ai manzi per mettere su tanti muscoli in poco tempo, e che ha ottime caratteristiche broncodilatatorie e di recupero negli umani, oltre che anabolizzanti in senso stretto.

Si perché il doping, e tutti i casi che escono, servono solo a dare indicazioni al ciclista amatoriale di cosa prendere, da quando scoppio il caso "cera", tutti a cercare dove trovare sto cacchio di cera, i ciclisti amatoriali non imparano nulla dal doping dei professionisti, se non come doparsi.

Personalmente non so se Alberto Contador sia o meno pulito, di certo un uomo da quasi 7watt per kg di peso corporeo è impressionante anche solo da immaginare, la potenza che si vede espressa da quel fisico peso piuma è imbarazzante al confronto degli altri, ancora ancora quando batte Andy Schleck in salita, ma quando lo vediamo tenere testa a Fabien Cancellara in pianura, qualcosa che non torna ai nostri occhi c'è, Cancellara, motore o non motore, doping o non doping è stato costruito da madre natura per sfrecciare in pianura, ogni millimetro del suo corpo sembra disegnato in galleria del vento e al computer per ottimizzare la spinta in pianura, un perfetto ingranaggio svizzero in una macchina da corsa senza eguali, e puntualmente ci capita di vedere sto scricciolo di Contador che gli tiene il passo in maniera realmente imbarazzante.

Non so cosa ne uscirà da tutto questo, so che da oggi due cose saranno chiare ai ciclisti, la prima è che il clenbuterolo è un potentissimo anabolizzante, forse usato dal più grande ciclista degli ultimi 40 anni, la seconda è che la carne degli animali è piena zeppa di porcherie, anabolizzanti, farmaci di ogni tipo, e sinceramente mi chiedo che senso abbia ancora oggi mangiarla per un atleta professionista, sarebbe bello che l'UCI rigetti la tesi di Contador (aver assunto involontariamente clenbuterolo tramite carne) sostenendo che chi mangia carne sa che volontariamente potrà assumere anabolizzanti e steroidi, e quindi non può dire che non lo sapeva, perché la verità è sotto gli occhi di tutti.

Aggiornamenti vari...



Primo aggiornamento, alla fine la pioggia copiosa del venerdì notte mi ha fatto desistere dalla cronoscalata di PuntaVeleno, a quelle pendenze salire con la bdc con fondo bagnato o durante la pioggia mi sembra oggettivamente improponibile, per la cronaca so che la gara si è svolta comunque, anche se da quello che ho capito hanno partecipato quasi unicamente mountain bike, decisamente più adatte a quel terreno e a quel fondo, rispetto a una bici da corsa.

Weekend di riposo totale, e da lunedì ho ripreso l'allenamento, visto il pessimo meteo, sia lunedì che martedì l'allenamento è consistito in due ore e mezzo di spinbike, con media cardiaca di lavoro 156 lunedì, e 154 martedì, doppio allenamento in interval aerobico.

Ieri invece finalmente una giornata di meteo davvero bella, e così ne ho approfittato per fare un lungo sul Lago d'Iseo, un centinaio di chilometri perlopiù pianeggianti, a media decente (31kmh) considerando che non ho fatto un solo metro a ruota di nessuno, al ritorno un po' le energie sono calate, ma è normale specie considerando che solo martedì sera avevo fatto 2 ore e mezza molto intense di allenamento.

Oggi riposo totale e domani uscita leggera di scarico (una sessantina di km di pianura), e poi domenica si ritorna alle gare, finalmente.... South Garda Road, sul percorso lungo GF.

La gara è relativamente semplice, 130km con qualche salitella molto blanda all'inizio, e al km 45 la sola vera difficoltà del percorso, il temibile Tesio si Serle, una salita di 6km al 9% di cui i primi 2 al 13%, dopo diventa più pedalabile. Il resto del percorso rimane molto nervoso, con tanti strappetti, ma in ogni caso un percorso decisamente veloce.

giovedì 23 settembre 2010

Allenamento di rifinitura (Waiting for PuntaVeleno)


Ieri e oggi ultimi due allenamenti di rifinitura, prima della cronoscalata di Sabato sulla temibile Punta Veleno. Ieri San Michele da Ome, che avevo già fatto domenica, tempo leggermente ritoccato (20 secondi) in 12'39'' ovvero poco meno di 1400 di VAM ma soprattutto cosa più importante 305 Watt medi, non avevo mai passato i 300 come media, il prossimo muro è quello dei 400, ma lì ti devi chiamare Alberto Contador per entrare in quel terreno :) qui sotto il grafico della salita con velocità, cadenza cuore e watt



Poi Vesalla (salita di 1,5 km al 12%) e poi successivamente qualche ripetuta su una salitella di 500 metri al 6%.

Oggi invece giro classico, Campiani e Muratello, la prima una salita di 1,5 km al 9% ma con punte anche al 20%, Muratello invece un classico della durezza bresciana, 4,8km (il tratto puro di salita) all'11,7% tutta molto regolare. Sui Campiani ho fatto un onestissimo 6'30'' in 1280 di VAM, non lo faccio quasi mai a tutta, perché ci arrivo con troppi pochi km nelle gambe, invece sono salito su Muratello col mio personale in 25'40'', tra l'altro non mi era neanche sembrato di spingere al massimo, testimone il fatto di una media cuore di 165, contro i 167 168 di salite in cui spingo di più.


Qui il grafico di Ascent del Muratello di oggi



Domani riposo assoluto (o quasi) e poi aggiornerò il blog sabato, per far sapere come è andata, al massimo chiederò dall'ospedale un accesso wifi per aggiornare il blog :)

martedì 21 settembre 2010

Agilità

Mi capita sempre spesso di parlare con amici e compagni di bici dell'argomento agilità di pedalata, per chi come me è cresciuto guardando Lemond e poi ha visto un giorno arrivare Armstrong è un argomento che sta molto a cuore, perché in 10 anni abbiamo visto il ciclismo stravolgersi, siamo passati dalle 50 pedalate al minuto (in salita) di Lemond alle quasi di 90 di Armstrong o di Contador, in tv ci hanno bombardato di esperti che spiegavano che l'agilità è il segreto del ciclista moderno, che i risultati di Armstrong e Contador sono proprio costruiti grazie a un'agilità pazzesca che permette di distribuire i watt su più pedalate e quindi di creare meno danni alle articolazioni. Però poi ripensiamo a Lemond e ci domandiamo come facesse a fare quelle tappe pedalando a 50, cosa che oggi qualsiasi direttore sportivo ti vieterebbe....

Personalmente io sono cresciuto pedalando duro, quando da ragazzino correvo in mountain bike avevo fatto montare il 50 anteriore, perché il 46 era troppo poco per me, solo di recente, e per preservare la gamba da infortuni passati ho imparato (e sto ancora imparando) a pedalare agile, l'ho imparato in maniera scientifica, sguardo fisso al contapedalate, appena scendono troppo, subito cambio di rapporto per salire di frequenza, un approcio veramente rigido, forse troppo ma credo che davvero sia il segreto per preservare la gamba. L'altro giorno ne parlavo con Marco Zanotti, il biomeccanico che mi ha seguito, ex professionista liquigas, mi piaceva capire se esiste una frequenza massima in salita, se bisogna comunque evitare di essere troppo agili, spesso me lo chiedo perché ultimamente faccio salite con frequenze quasi prossime alle 90 pedalate di media, e lui mi ha detto che non c'è un limite massimo, se non quando le gambe girano a vuoto, ma fino a quel momento se riusciamo a salire è meglio salire.

Domenica durante l'allenamento pomeridiano ho fatto la salita al Polaveno interamente con il 50x19, volevo spingere un rapporto duro come allenamento di potenza, e di conseguenza ho tenuto una frequenza di pedalate leggermente inferiore ai 60, la prima volta dopo tanto tempo, e alla fine della salita avevo dolori tremendi alle articolazioni, ho capito che effettivamente l'agilità paga davvero molto, credo che arrivare almeno ad 80 in salita e 100 in pianura sia il minimo per pensare di fare tanti chilometri in bici e portare sempre a casa la gamba sana, poi ci sono eccezioni come un caro compagno di pedalate che legge sempre questo blog che sale a 40-45 pedalate, in tempi davvero notevoli e ha le gambe più sane delle mie, ma le eccezioni servono solo a confermare la regola mi sa...

domenica 19 settembre 2010

Preparazione alla Extreme Race


Devo dire che quasi 7km al 14,6% mi fanno discretamente paura, ho fatto lo Zoncolan, e lo ricordo durissimo, mi rifiuto di pensare che ci possa essere qualcosa di ancora più duro... Speriamo non sia davvero più duro, ma solo altrettanto duro. Ad ogni modo per prepararmi sto facendo tutte le salite più dure che conosco in zona, ho trovato un paio di rampette qui in paese di 300m che superano il 20% e faccio qualche ripetuta lì, venerdì sono stato a fare il Muratello, il versante duro della Maddalena (con il mio personale in 26'50'' a 1230 di VAM) . 
Oggi invece San Michele da Ome e successivamente la mitica Vesalla, entrembe salite che facevo e rifacevo da ragazzino, sul San Michele ho incredibilmente tolto due minuti al mio miglior tempo, salendo in 12' 50'' a 1390 di VAM, ho ricontrollato i dati un po' di volte su Ascent perché mi sembravano molto molto strani.... ma devo rassegnarmi che sono giusti, meglio così :) anche sulla successiva salita a Vesalla ho passato i 1300 di VAM, speriamo siano un buon auspicio per la extreme race di settimana prossima, dove mi accontenterei di arrivare a 1200, anzi mi sembrerebbe già tantissimo, comunque ancora una settimana di fatica.

mercoledì 15 settembre 2010

Punta Veleno


Mi sono convinto a fare un paio di gare prima della fine dell'anno la prima sarà domenica 25, la cronoscalata a Punta Veleno, forse (ma anche senza il forse) la più dura salita in Italia, i 6,7km centrali hanno il 14,6% di pendenza media, decisamente oltre i limiti ciclistici, infatti viene nominata extreme race proprio perché siamo decisamente molto oltre il pedalabile. Si dice (sarà vero) che doveva essere inserita nel giro d'Italia 2010, ma quando fu fatta la supervisione fu giudicata eccessiva e gli si preferì lo Zoncolan.

Ad ogni modo, preparazione durissima e speriamo di finire sta gare al meglio, la settimana dopo invece una cosa molto più umana, ovvero la Gran Fondo South Garda Road, sul percorso lungo, di 120km dove l'unica vera difficoltà è il Tesio (che è una gran salita), per il resto qualche saliscendi, ma una gara molto tranquilla.

Vedremo, due ultime gare e poi finalmente mi darò alla preparazione invernale per fare un po' di fondo che oggi manca.

martedì 7 settembre 2010

Polaveno, Maddalena e impegni autunnali



Ho aggiornato poco il blog in questi giorni, ma non perché non sono andato in bici, anzi, proprio perché sono andato molto in bici :-)

Venerdì vista la buona condizione dimostrata sulla Maddalena ho provato il mio miglior tempo sul Polaveno, in realtà speravo di scendere sotto i 24 minuti, invece mi sono fermato a 24'25'' ma tutto sommato va benissimo così, è comunque molto meglio di quanto osassi sperare fino a tanto tempo fa, vedremo il prossimo anno di fare un ulteriore gradino, per ora, come rientro è più che sufficiente. 1180 di VAM, su una salità così è tanta roba.

Domenica invece sono andato a rifare la Maddalena, in teoria senza alcuna ambizione di fare tempi, volevo accompagnare un amico e in teoria pensavo di salire in maniera un po' blanda, poi lui mi ha detto di voler provare i 36 minuti, e mi sono offerto di fargli da lepre per condurlo su in 36, ma durante la salita mi invitava a spingere di più, e così morale della favola siamo arrivati in cima in 34'35'' cioè poco distante dal mio miglior tempo, e decisamente molto oltre il suo migliore. Da vedere eravamo davvero incredibili, io con rapporti agilissimi, sempre oltre le 80 pedalate al minuto (media di cadenza 82 sulla salita, ma spesso ero oltre le 90), lui con rapportoni durissimi, spinti non so come, in tratti all'8% spingeva un 50x19 a qualcosa come 40 pedalate al minuto, sembravamo due ere di ciclismo diverse, lui Magni (cit.) io Armstrong.... va beh, magari :D, ecco il grafico di Ascent della nostra salita:



Al ritorno sono andato a fare alcune ripetute su due strappetti qui vicino a casa, uno è quello che si vede nella foto, che ovviamente come ogni foto di salita non rende giustizia, quel tratto è al 28%, fa paura anche solo a guardarlo, i due strappi sono comunque molto brevi, uno poco oltre i 300 metri, l'altro poco oltre i 200, ma davvero molto intensi.

Verranno utili tra un mese, visto che ho deciso di partecipare alla cronoscalata di Punta Veleno, prima gara dopo tanto tantissimo tempo, quale modo migliore di rientrare in gara se non con la cronoscalata alla  salita più dura d'Italia?
Non l'ho mai fatta, nonostante sia qui vicino a casa, il grafico di salite.ch è imbarazzante, i 6km centrali hanno una pendenza media oltre il 14%, senza mai un attimo di respiro, a vedere i grafici assomiglia in tutto e per tutto allo Zoncolan, vedremo, come va, di certo sarà dura....

Quindi per il prossimo mese, servirà fare tanto allenamento di fondo (come quello fatto ieri, 2h20m di spinning tutto in zona aerobica (77-85% della soglia cardiaca ovvero 144-158 bpm nel mio caso), ma soprattutto tanto allenamento su strappi oltre il 20% per allenare la gamba alle pendenze incredibili di Punta Veleno.

Se qualcuno fosse interessato alla salita o alla cronoscalata del 25 Settembre:
www.extremeracepuntaveleno.com

mercoledì 1 settembre 2010

Mission Accomplished


Sei mesi fa mettevo timidamente il piede in sala spinning per vedere se pedalando il ginocchio non faceva male, avevo fatto molta palestra specifica per rafforzare quadricipiti e bicipiti femorali, con la speranza di poter non avere più problemi alle ginocchia in bici. Dopo un mese di pedalate senza troppo dolore in sala spinning ho provato a pedalare davvero su strada, il male c'è sempre stato, e c'è oggi, ma tra un po' di dolore da sopportare, e i problemi che avevo c'è un grande abisso.

Sapevo che dopo così tanto stop e senza aver fatto preparazione invernale sarebbe stato difficilissimo arrivare a tempi decenti, almeno in questa stagione, in bicicletta non si inventa proprio niente, la bicicletta ha i suoi tempi, ma soprattutto senza faticare non si arriva da nessuna parte. 

I 33 minuti in Maddalena erano il termometro per la condizione, sognavo di poterli raggiungere la prossima primavera, cioè dopo un anno dalla ripresa della bicicletta, invece ci sono già arrivato oggi, il che al di là della fatica, da davvero molte soddisfazioni.

Salita comunque difficile, cuore a 172 di media, primi 3km in 7m30s (per i primi 3km la media è del 4-5%) ai 6km sono passato in 18m30s e poi da lì, tanta resistenza e voglia di finire fino alla fine, tenendo circa 3m40s al km per i restanti chilometri di salita.

A volte contano davvero i numeri, ora un po' di riposo, e sono quasi pronto per lasciare stare per un po' questi sforzi anaerobici e potermi dedicare ai lenti fondi invernali.