mercoledì 4 agosto 2010

Sella Ronda


Il Sella Ronda è forse il più classico dei giri dolomitici, affascinante perché si gira attorno al gruppo del Sella, una delle montagne più belle delle Dolomiti, ma anche perché il giro (di 55km circa) è un continuo su e giù, tutti i quattro passi che si affrontano sono collegati tra loro, quindi avremo la certezza di non affrontare neanche un metro di pianura.

Abbiamo affrontato il Sella Ronda in senso orario, partendo da Corvara, secondo il percorso classico della Maratona Dles Dolomites.

La prima salita che si affronta è il Campolongo, 6,15km al 5%, nulla di troppo impegnativo (ma del resto niente del Sella Ronda è troppo impegnativo, è un bel giro da affrontare per divertirsi e per vedere alcuni dei più bei panorami del mondo pedalando su strade che hanno fatto la storia del Giro d'Italia.

Il campolongo se lo si vuole affrontare bene va aggredito fin dalle prime rampe (tutto sommato dure attorne al 7/8% poi ci sono punti in cui spiana in cui mettere il 50 e far mulinare rapporti lunghi, volendo tutta la salita è affrontabile con il 50, ma personalmente ho preferito preservare la gamba con rapporti più agili.

Il mio tempo finale segnava 17m 48s con VAM a 1034m/h


Picchiata verso Arabba e da lì si inizia la più bella di tutte le salite, il mitico Pordoi, 36 tornanti, con quel fascino che solo il Pordoi sa avere. Se guardi in alto vedi tutti i tornanti sopra di te, e la roccia viva delle dolomiti ad attenderti.

La salita del Pordoi è impegnativa ma di certo non proibitiva, bisogna prenderle il ritmo, se si vuole farla bene i tornanti devono essere un costante rilancio, solo larghi e adatti a scalare un paio di denti, da lì si deve stringere fino al tornante dopo dove si deve fare la stessa operazione, la prima metà è leggermente più difficile della seconda, ma veramente di poco.

I km sono 9,4 al 6,8%, prima dell'ultimo c'è un drittone al 10% che può ricordare quelli del Fedaia (ma proprio di poco) non bisogna farsi spaventare ma spingere a tutta perché dopo spiana fino all'arrivo, quindi va preso come trampolino di lancio per l'arrivo.

Il mio tempo è di 35m 10s a 1086m/h di VAM, esattamente in linea con quello che mi ero prefisso, un altr'anno mi piacerebbe provare ad avvicinarmi ai 30, ma per questa volta è già tanta manna.



La cima del Pordoi merita una sosta, il panorama è mozzafiato (come tutto il Sella Ronda) da lì ci buttiamo in picchiata verso Canazei, prima di Canazei svolta a destra e attacchiamo immediatamente il Passo Sella, senza subbio il passo più difficile di giornata.

5,5 km al 7,3% con punte che vanno molto oltre il 10%. Pendenze a parte il Sella è stupendo, la roccia delle dolomiti ti lambisce la spalla per tutta la salita, la gamba ha un po' di acido lattico accumulato sul Pordoi, ma dopo il primo km riesco a smaltirlo, per rilanciare verso il finale. Il finale è più dolce del resto della salita se si ha gamba qui si può spingere molto.


Il cronometro segna 24m e 25s a 1053m/h di VAM, come obiettivo avevo di scendere sotto i 24, limerò quei secondi la prossima volta.

Sulla vetta faccio la conoscenza con una famiglia di caprette che abitano lì ai 2200metri del Passo Sella, ne approfitto per riposare un po' le gambe e per dare sfogo al mio lato vegan-pet-friendly.

Da qui il Sella Ronda è praticamente terminato, il Gardena sulla carta non sembra quasi neanche una salita. 





La discesa del sella è pericolosa e va affrontata con molta attenzione, rettilinei lunghi pendenze già importanti, meglio stare attenti perché è un attimo farsi molto male.

Solita svolta a destra e ci troviamo ad affrontare il Passo Gardena, quasi 6km al 4,2% (in realtà c'è un chilometro e mezzo centrale in leggera contropendenza). I primi due chilometri in realtà sono meno semplici di quello che ci si aspetta, dopo quando spiana si mette un rapportone lungo e si superano i 40 orari, da lì in poi ci sono un paio di chilometri che tirano, ma sempre molto regolare, in cui si può dare dentro tutto quello che si ha.

Il mio tempo finale dice 18m 10s, gli 895m/h di VAM sono poco indicative perché la salita ha troppi punti di spiano e addirittura discesa per poter essere giudicata come VAM


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